Il Premio Giorgio Scerbanenco - La Stampa 2014 quest’anno ha proposto
cinque finalisti con biografie molto diverse, dall’ex magistrato e senatore Gianrico Carofiglio in competizione e
vincitore con Una mutevole verità (Einaudi),
una specie di debutto nel romanzo poliziesco, all’ingegnere, consulente
aziendale, oggi dirigente della Luiss Guido Carli di Roma, Roberto Costantini, Premio Speciale della Giuria, che con Il
male non dimentica (Marsilio) chiude la Trilogia del Male. E poi il
più votato dal pubblico del web, Romano De Marco che alterna l'attività
di scrittore alla professione di responsabile della sicurezza per un istituto
di credito, giunto in finale con Io la
troverò (Feltrinelli), noir con protagonista Marco Tanzi, poliziotto caduto
in disgrazia, ora clochard, e forse in cerca di redenzione dopo che sua figlia
Giulia è scomparsa misteriosamente.
A completare la cinquina, Nicola Lagioia selezionatore della
Mostra del Cinema di Venezia, giornalista e una delle voci della rassegna
stampa culturale di Radio3, Pagina3,
che con La ferocia (Einaudi) entra negli oscuri legami e segreti di
una famiglia di costruttori pugliesi, e infine Marilù Oliva, autrice di
saggi e scrittrice per il web, collaboratrice tra gli altri di «Carmilla»,
arrivata all’atto finale del Premio con Le sultane (Elliot), romanzo nel
quale tre donne particolari che abitano in un palazzo di Bologna sono costrette
a dagli eventi a stravolgere la loro vita.
Prima che si conoscesse il
vincitore, accompagnati da intervalli musicali di Luca Covri, i cinque
finalisti hanno incontrato il pubblico nella tradizionale sede del Jardin de
l’Ange. Un’occasione per rinfrescare la memoria ai lettori che hanno già avuto
il piacere di leggere i cinque gialli dell’anno, ma anche per stimolare la
curiosità di coloro che hanno mancato l’appuntamento con il mistero
all’italiana.
Al di là delle singole storie, delle ambientazioni, dei
personaggi, del dilemma se un libro è giallo o noir, gli incontri moderati da
Sebastiano Triulzi e John Vignola hanno prodotto una visione piuttosto
condivisa (e negativa) dell’Italia e del suo presente. A partire dal primo
intervento di Roberto Costantini che ha raccontato un aneddoto sulla realtà che
supera la fantasia, a proposito di un romanzo che stava preparando su Roma e la
criminalità e che in questi giorni è diventato fin troppo "ordinario" rispetto
a quanto si sta scoprendo leggendo i fatti di cronaca. Per Costantini il male è
in tutti noi e con pessimismo non resta che sperare solo nelle future
generazioni.
Marilù Oliva, parlando del
proprio libro, ha sottolineato le innumerevoli difficoltà degli anziani a
vivere un’esistenza normale, fatta di necessità e desideri, in un mondo che
pare produrre un immaginario a uso e consumo dei più giovani. A chiudere il
primo incontro, Romano De Marco che in Io
la troverò, quasi a completare il quadro disegnato dai suoi predecessori,
ha voluto tratteggiare un mondo abitato da persone sconfitte.
Nel secondo incontro Gianrico Carofiglio,
qui a Courmayeur anche per presentare La
regola dell’equilibrio, ha proseguito sulla falsariga dei suoi predecessori
tornando sui fatti di cronaca che hanno coinvolto la capitale. Per il vincitore
del Premio Scerbanenco, quello che sta succedendo a Roma non può suonare
affatto come una sorpresa. Naturalmente le inchieste e i reportage non sono
sufficienti, e bravi sono stati gli inquirenti a trovare le prove. Ora, sempre per
Carofiglio, non si tratta solo di stabilire una verità giudiziaria, ma di
riqualificare l’intera sfera politica di questo paese. Infine, Nicola Lagioia
con il suo romanzo ambientato a Bari, ha voluto raccontare attraverso i
misfatti di una famiglia, il marcio che in un ambito più generale è presente in
Italia.
Dunque, cinque romanzi, cinque immaginari, per un paese a tinte noir.