XXIV edizione
9/14 Dicembre 2014
Crimini (ir)risolti
È un romanzo al cardiopalma il nuovo lavoro di Stefano Tura, giornalista e inviato speciale del TG1 RAI, da quasi dieci anni residente a Londra; un ottovolante di colpi di scena che non dà tregua: «Non lascio respirare il lettore; nonostante un intreccio di partenza relativamente semplice, l’articolazione del libro apre una serie di situazioni parallele che mescolano continuamente location e personaggi, in un susseguirsi di eventi e depistaggi che mantengono sempre alta l’attenzione».
Per scrivere Tu sei il prossimo, Tura ha attinto da diversi spunti di cronaca fortemente collegati al suo lavoro di giornalista, tra cui la terribile vicenda della scomparsa della piccola Leah Martins, le gang giovanili che popolano le città inglesi e i segreti della "dark net" scoperchiati da Julian Assange: «Attraverso i motori di ricerca - racconta lo scrittore - gli utenti comuni percepiscono solo la punta dell’iceberg di un mondo che si muove su linguaggi cifrati, usati tanto dalle diplomazie del mondo quanto dalle reti criminali. L’assistente del protagonista lo introduce a questo universo, che viene così spiegato anche al lettore».
In un continuo ping-pong tra Italia e Inghilterra, una scia di sangue unisce due detective anticonvenzionali, l’italiano Alvaro Gerace e l’inglese Peter McBride, spingendoli sulla stessa, oscura pista. Alla fine il bandolo della matassa verrà sciolto, in un finale amaro che tradisce la visione disincantata del suo autore: «La conclusione del libro - afferma Tura - non è consolatoria, sia perché le difficili problematiche trattate non hanno una risoluzione, sia perché la verità che emerge da molti processi è spesso sommaria, priva di prove certe, scientifiche. In Italia, in particolare, esistono a distanza di decenni tantissimi casi irrisolti, che si chiudono e si riaprono in continuazione, inquinati dalla cattiva coordinazione delle forze coinvolte nelle indagini e da una spettacolarizzazione talvolta eccessiva. In Inghilterra, invece, dove esiste un solo grado di giudizio, i casi non si riaprono quasi mai e c’è una sola forza di polizia che gestisce i casi».