XXIII edizione
10/15 Dicembre 2013

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Tony Laudadio
Esco


Attore e regista teatrale, una lunga esperienza nel cinema, Tony Laudadio sfida il pregiudizio contro coloro che cambiano mestiere ed esordisce come scrittore pubblicando, per Bompiani, Esco, romanzo psicologico che agisce sulla linea che separa il drammatico dal comico, con protagonista Carla Ludovisi, una femme fatale di una non precisata provincia del Sud Italia (perché "le femme fatale possono vivere solo nella provincia, nelle grandi città scompaiono") alla quale muore, in uno stupido incidente stradale, il neo sposo, la cui ultima parola pronunciata prima di morire, è stata proprio quella che dà il titolo al libro.

Inizia così un percorso che porterà la donna a confrontarsi con l’elaborazione del proprio lutto e a coinvolgere (e coinvolgersi con) una serie di personaggi che permetteranno il dipanarsi di un mistero.
Per la struttura del romanzo, Laudadio confessa di essersi ispirato ad un libro di Faulkner (Mentre morivo, titolo svelato alla fine tra mille riluttanze): una sorta di confessione che i personaggi fanno a uno psicologo immaginario, in cui il lettore prende il ruolo di ascoltatore immedesimandosi con ogni narratore che appare, e riuscendo a venire, assieme ai personaggi, a capo del caso.

Esco è un dramma nel quale si intersecano caso e coincidenze, come la storia di Perseo e del nonno Acrisio, ha ricordato sagacemente Sebastiano Triulzi che ha coordinato l’incontro; è un romanzo che si ascolta mentre lo si legge, prestando il nostro suono e la nostra voce ai personaggi, aiutandoli a risolvere un caso che all’apparenza non esisteva.

Manca un capitolo al libro: Laudadio lo ha scritto e poi cancellato. Racconta perché il giovane sposo è uscito di casa alle due di notte pronunciando la parola Esco. Cercava di comprare su Ebay, a un’asta a orario definito, un cappello di Boy George, il leader dei Culture Club del quale Carla Ludovisi era una fan. Mancava la connessione nella loro nuova casa. La sua sola possibilità per fare felice la moglie, era cercare nel quartiere, da qualche parte, una connessione alla quale attaccarsi. Non sempre il bene viene ripagato dal bene.