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Enrico Vanzina
Il gigante sfregiato
Il gigante sfregiato
"Quando mio padre, Steno, girò La polizia ringrazia, i produttori gli chiesero di firmare il film con il suo nome vero: Stefano Vanzina. Era un film bello e importante, che ha dato il via al genere poliziottesco in Italia. Anche io, questa volta, ho voluto fare qualcosa di diverso rispetto alle decine di commedie che ho scritto. Forse, attraverso questo libro, ho voluto pareggiare i conti con lui". Chi parla è Enrico Vanzina, il libro in questione è Il gigante sfregiato, un noir che strizza l’occhio a Raymond Chandler ("uno scrittore che amo molto, l’anello di congiunzione tra il cinema e la letteratura") ambientato a Roma.
"Roma è una città molto diversa da quella che normalmente vediamo. È cosmopolita, con i quartieri con le proprie etnie. Ho cercato di raccontare questa Roma, non quella della commedia o quella che Sorrentino ci fa vedere ne La grande bellezza e che raccontano lo stereotipo che ci domina".
"Mi sono svegliato con la trama del libro in testa - prosegue il regista -, l’ho scritto velocemente e poi ovviamente ci ho lavorato molto. Sostanzialmente ho impiegato quaranta anni a scriverlo, come se mi fossi censurato fino a oggi".
"Da questo libro non ho intenzione di girare un film, ma ci sono altri autori che hanno intenzione di farlo. Non mi importa come verrà. Io ho scritto il libro e voglio essere giudicato per questo, e non per l’eventuale adattamento che ne verrà tratto. Ma ovviamente ho pensato a come sarebbe potuto venire sullo schermo. Per il personaggio principale avevo pensato a Pierfrancesco Favino. L’ho chiamato un giorno per dirgli che nell’ultimo anno avevo pensato a lui. Gli ho spedito il libro in bozze, ma non mi ha mai risposto. Nemmeno con una mail. I produttori pensano di più a Valerio Mastandrea, ma a me piacerebbe vedere anche Marco Giallini nel ruolo del protagonista. Andrà a finire che il ruolo lo avrà Favino".
